Chi è Salvo Presti ? salvopresti è il brand che porta il mio nome. Quello che mi piace offrire non è un semplice capo di abbigliamento, ma il risultato di un viaggio attraverso antiche tradizioni e moderne sperimentazioni. Grande sartorialità e ricerca nei dettagli, combinate a moderne lavorazioni e attuali linguaggi, mi piace dare forma ad esclusivi capi che fanno dell’unicità, tutta rigorosamente Made in Italy, la caratteristica principale del mio lavoro. Perché l’handmade non è un dettaglio ma uno “statement” di stile. Perché ti sei avvicinato al Fashion system? Sono figlio di sarta e nipote di sarte. Per me è stato molto naturale; un voce che ti urla da dentro. Ho soltanto tramutato quella che era la mia passione in lavoro.
A chi sono indirizzati i tuoi abiti ? I miei lavori sono indirizzati a tutte quelle donne che usano la moda e il proprio modo di vestire per comunicare qualcosa. Tutte coloro che indossando anche delle semplici t-shirt bianche dando ad esse un significato che non è quello semplicemente di coprirsi, ecco quelle sono le mie donne: Donne che attraverso il loro modo di vestire comunicano il proprio essere, la propria forza e la loro identità. La Sicilia come culla per dare sfogo alla tua creatività.
Quale è il rapporto con questa terra ? La Sicilia rappresenta le mie radici e da queste parto per i miei percorsi creativi. E’ inevitabile non guardare tutta la storia, l’arte e la tradizione di cui questa terra è culla. Tradizione che amo contaminare, mischiare e amalgamare con nuove sperimentazioni, par dar così vita ad un prodotto di altissima qualità sartoriale, ma dal gusto galm e dall’appeal moderno e avanguardistico. Da Acireale a Project Runway su Fox Life . Raccontaci questa esperienza. Dal quel “Salvo sei out” sono passati tre anni, tre anni dove, credo, di essere cresciuto e di aver dimostrato che nonostante io non abbia vinto il programma, la voglia di continuare non mi ha mai lasciato, e soprattutto non mi hai mai abbandonato la voglia di fare questo meraviglioso e faticoso lavoro. ma soprattutto, credo, di aver fatto vedere che qualcosina in fondo so fare a prescindere dal programma stesso. Ho saputo trasformare il “sei out” di Eva Herzigova in uno sprono ad andare avanti e a non fermarmi alla prima difficoltà.
Un consiglio che daresti ad un giovane designer oggi? Viviamo in un epoca dove i social hanno un ruolo non più marginale ma essenziale nella divulgazione di quello che può essere una tendenza o un diktat. Tuttavia si è completamente perso il senso di crescita e di gavetta. ogni ragazzo/a che desidera approcciarsi a questo mondo, secondo me, deve necessariamente, oltre ad un percorso accademico, fare anche un percorso formativo suo campo. Deve imparare a capire che la creazione di un abito non si limita solo al disegno … ma deve conoscere tutta la filiera. Parole chiavi: essere come spugne!
Progetti futuri ? Se dovessi raccontarti tutti i Progetti e le idee che mi piacerebbe realizzare nel mio futuro non so quante pagine potrei riempire. Ne ho a centinaia. alcuni spero vivamente vadano in porto, altre purtroppo non giungeranno mai a destinazione. Altri ancora non salperanno dal porto. Ma del resto meglio, se tutto arrivasse così facilmente sai che noia. A me piace lottare. Mi piace conquistare in maniera giusta ed equa quello che mi spetta. E la pazienza non mi spaventa. Risentiamoci presto magari posso raccontare qualcosa di più. Intanto però “crossed fingers”.