L’emergenza sanitaria ha messo in ginocchio diversi settori dell’economia italiana tra cui la moda che da sempre rappresenta l’orgoglio ed il fiore all’occhiello del Made in Italy in tutto il mondo. Le criticità e le problematiche che sta attraversando l’intero comparto sono state affrontate nel corso di un incontro web organizzato da “Cambiamo!” Reggio Calabria, coordinato da Saverio Anghelone. Protagonista del confronto su: “Moda, futuro, pandemia, opportunità: da dove ripartire?”, Alessandra Giulivo, Presidente Camera Nazionale Giovani Fashion Designer e Responsabile Provinciale Settore Moda di ‘Cambiamo!’. Sono intervenuti illustri esponenti del settore: Massimo Torti, Segretario Generale Federazione Moda Italia e Docente al Master Executive in “Management e Comunicazione per l’industria chimica del lusso”, Mariateresa Furfaro, apprezzata stilista palmese a livello nazionale del Brand FeMme e Remo Frisina, Presidente Federpreziosi di Reggio Calabria. A moderare i lavori del meeting Francesco Meduri Responsabile Provinciale per l’Organizzazione e lo Sviluppo Territoriale. Ad introdurre ed intervistare gli ospiti Alessandra Giulivo. “La moda rappresenta un settore di punta per l’immagine del paese ed è ,anche, la seconda industria italiana. Come sappiamo – ha evidenziato- è il primo paese produttore di moda del lusso al mondo ed il primo produttore di moda in Europa. Purtroppo, è uno dei settori che è stato investito per primo da questa situazione di emergenza poiché la diffusione della pandemia nel nostro Paese è avvenuta in concomitanza della settimana della moda milanese. La crisi economica che sta affrontando la nostra nazione- ha aggiunto la Giulivo- ha comportato per l’industria della moda italiana una serie di conseguenze inattese ed inevitabili che hanno impattato sull’equilibrio finanziario, la continuità produttiva ed occupazionale anche di medie e piccole imprese e realtà di eccellenza artigianale.
Ad essere a rischio è la filiera produttiva. Il settore moda italiano in questo momento vive problematiche su diversi fronti: da una parte il calo di produzione, dall’altra quello della domanda, in seguito ai diversi decreti, che hanno imposto la chiusura, in maniera altalenante, in tutta Italia, dei negozi, degli atelier e lo shopping ha subito un’evidente e necessaria frenata. Il ‘Decreto Natale’ varato dal Governo Conte- ha rimarcato- costretto a scegliere tra salute ed economia, ha comportato importanti ripercussioni su un settore già in ginocchio”. Il 2020 ha registrato, a causa del lockdown un drastico calo del fatturato in tutti settori , dalla moda che si aggirava nel 2019 attorno ai 100 miliardi di euro, agli imprenditori del settore orafo e alle aziende legate al wedding. “La moda è un settore che ha risentito moltissimo della crisi- ha spiegato Massimo Torti- tanti i punti vendita che hanno chiuso. Sono circa 50 mila persone che lavorano nel mondo della moda ed i 20 miliardi di consumi in meno del 2020, per quanto concerne il mondo fashion, ha destato molta preoccupazione. Inoltre, l’eccessivo ricorso per le aziende allo smart working ha ridimensionato le occasioni di incontri e relazioni sociali provocando, quindi, un profondo calo degli acquisti. Anche il turismo in questi mesi è venuto a mancare, circa 7 miliardi e mezzo in meno per lo shopping degli stranieri. Pesanti perdite si sono registrate anche per le aziende del wedding essendosi ridotte drammaticamente le occasioni di feste tradizionali come le cerimonie. Le ripercussioni della crisi- ha continuato- si sono estese anche all’ingrosso, alle agenzie di rappresentanza sino ad arrivare alla manifattura di qualità. In questo momento anche l’utilizzo del digitale sta garantendo un giro minimo d’affari per le imprese attive nelle vendite on-line. Si cerca di vendere con tutti gli strumenti a disposizione”.
Per Remo Frisina è aberrante vedere le saracinesche dei negozi abbassate nelle vie dello shopping di Reggio: “Credo sia fondamentale attuare misure urgenti; i fatturati sono scesi e tutto il comparto è in crisi. In merito al web, per la categoria dei gioiellieri, costituisce una risorsa ma anche rappresenta la concorrenza. Il gioielliere da sempre instaura un rapporto di fiducia con i propri clienti perchè regala emozioni che il digitale non è in grado di sostituire. La nostra categoria non si limita a vendere esclusivamente un prodotto ma, spesso, costituisce un investimento per l’acquirente, quindi, solo acquistando localmente si crea un indotto”.
Il bilancio di quest’anno è sicuramente negativo , innegabile il calo delle vendite ha rimarcato la stilista Mariateresa Furfaro: “Il settore del wedding è stato particolarmente colpito dalla crisi e le aziende sono state costrette a rimodulare la propria produzione. La rivoluzione digitale costituisce sicuramente uno sbocco per molte imprese ma non nel mio caso che vendo abiti da sposa in cui è imprescindibile il contatto con i clienti”.
Anche i saldi invernali che solitamente costituivano per i commercianti un’occasione di sviluppo ed introiti sono partiti sotto tono ed a macchia di leopardo.
Per il Segretario Generale di Federazione Moda Italia Torti, la stagione autunno- inverno non è mai decollata: “I negozi si ritrovano con molta merce invenduta. Un giusto indennizzo destinato a tutta la filiera consentirebbe di acquistare le nuove collezioni ed i punti vendita potrebbero continuare a lavorare. Ritengo che la sostenibilità costituisca la chiave del reshoring in Italia, stiamo investendo in questa direzione. E’ fondamentale che le aziende tornino a operare nel nostro Paese. Sono 78 anni che la nostra associazione è accanto agli imprenditori con forza e determinazione. Al Governo chiediamo maggiore attenzione e di essere ascoltati. Siamo allo stremo ma continueremo come sempre a lottare guardando al futuro con ottimismo”.
Per il Presidente di Federpreziosi , Remo Frisina, i saldi solitamente non riguardano questo settore: “In generale riscontro solo una propensione maggiore all’acquisto in questo periodo. Concordo sull’importanza della sostenibilità che garantisce la qualità sulla produzione di tutta la filiera. Sono molti anni che la nostra categoria sopravvive a virus e pandemie, quindi, dobbiamo essere positivi e fiduciosi”.
La stilista Maria Teresa Furfaro ha manifestato molta preoccupazione anche per il 2021. “I saldi aiutano di prassi un’azienda a recuperare liquidità ma non è stato così, anzi siamo stati costretti a svendere l’ invenduto. Non dimentichiamoci che l’artigianato è un prodotto che si distingue per qualità e peculiarità. A differenza di altre aziende che hanno aperto a singhiozzo, il settore del wedding- ha sottolineato- ha subito un fermo di un anno intero. Auspico ci sia una ripresa ma credo sarà lenta. Dobbiamo resistere ottimizzando la nostra attività sperando in incentivi da parte del Governo che ci consentano di dare linfa a nuovi progetti”.
Il Coordinatore provinciale di “Cambiamo!”, Saverio Anghelone, ha concluso il meeting ringraziando tutti gli ospiti per il pregevole contributo: “ Diverse le proposte e le idee emerse da questo confronto. ‘Cambiamo!’ si farà portavoce delle vostre istanze attraverso un documento che arriverà sino ai tavoli nazionali”.